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Riflessi della natura

 

 

Leonardo Simonetti conferma nella recente produzione la propria coerenza stilistica e formale in cui, fin dall’inizio del suo percorso pittorico, la natura, fonte primaria e diretta dei soggetti, e la luce, intensa e assoluta sulla tela, danno vita ad atmosfere silenti e a stati interiori.  Il pittore ha, infatti, intrapreso da sempre la strada del figurativo, ottenendo premi e riconoscimenti, e, dopo anni passati al cavalletto e a studiare per apprendere seriamente la tecnica, anche negli ultimi quadri, quasi tutti realizzati nel biennio 2008-2010, si appropria del reale per suggerire emozioni.

Le nature morte come i paesaggi terrestri e marini sono, infatti, composizioni di riflessi e trasparenze in cui la luce, che domina e plasma lo spazio, si unisce a una stesura pittorica a volte più stratificata a volte più delicata per realizzare una visione che diventa una reinterpretazione cromatica della realtà. Approfittando dell’inesauribile varietà della natura Simonetti rappresenta le campagne, gli scorci paesistici e le vedute marine con una ricca tavolozza realizzando un universo dove i diversi aspetti fisici sono inseriti in luoghi volutamente scenografici: tramonti e cieli assolati, notti e giorni, primavere e autunni, estati e inverni convivono in un colore intriso di luce e in un gioco di profondità spaziali che inducono al silenzio.

Il pittore, infatti, desidera trasmettere la sua personale visione del mondo e i suoi quadri raccontano il fascino che su di lui esercita il dipingere assieme all’osservazione del “vero”: le opere nascono, quindi, dall’intima esigenza di esprimere gli stati emozionali, provati davanti alla spettacolarità della natura, in un processo di rielaborazione tecnica, lenta e graduale, in cui le immagini, che emergono dai ricordi, raccontano la semplicità dei luoghi frequentati dall’autore in una riflessione ininterrotta e costante sulla realtà del proprio vissuto.   Simonetti si dichiara, infatti, innamorato della pittura che rimane aderente ai particolari quotidiani della vita e che utilizza come strumenti privilegiati il colore e la luce per generare una narrazione che non tenta di mutare gli ambienti, ma li pone all’interno di un dialogo fra il pittore e lo spettatore.

Il paesaggio o la natura morta diventano, quindi, punti di vista di fronte al mondo nella sua interezza, penetrati e interpretati in una chiave di sensorialità: le suggestioni, nate da effimere emozioni o da particolari luoghi, sono, dunque, risolte in infinite forme e variegati colori in una dimensione luminosa e di equilibrio compositivo per far sì che comunichino un messaggio lirico e immediato in una tessitura ricca di riferimenti.

 

 

Dott.ssa Francesca Mariani

Critico d’arte e curatore di eventi culturali

 

La Spezia, aprile 2010


















 
 
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